LA FUGA IN AVANTI by Manolo Morlacchi

LA FUGA IN AVANTI by Manolo Morlacchi

autore:Manolo Morlacchi [Morlacchi, Manolo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2018-06-26T16:00:00+00:00


E ora siamo sempre in libertà. Ma non è là dove l’abbiamo cercata e dove, per questa ragione, non ci hanno voluti. La libertà è nella lotta a oltranza contro la borghesia imperialista e il revisionismo che, tradendo le aspettative del proletariato, diventa il suo più naturale alleato.

Il lungo viaggio continua.

Ernestino il clandestino

Trovammo riparo in Svizzera, credo fosse la Svizzera tedesca. Attraverso il Soccorso Rosso Internazionale riuscimmo a trovare accoglienza presso una famiglia di compagni che abitavano in una cascina di campagna. Mia madre era ormai al settimo mese di gravidanza, i poliziotti italiani e i loro colleghi europei ci cercavano dappertutto.

La nostra condizione era divenuta molto precaria. In quelle settimane mio padre era scostante: attraversavamo un periodo molto difficile e la mancanza di qualunque prospettiva per il nostro immediato futuro lo allontanava da noi e lo portava a rifugiarsi nell’alcol con frequenza sempre maggiore. I miei genitori si trovavano all’estero, con un bambino di quattro anni e uno in arrivo, lontani dalla loro famiglia e dai loro compagni, con il rischio di essere arrestati da un momento all’altro. Immagino che fosse difficile tenere i nervi a posto in quei frangenti.

La casa dove andammo ad abitare la ricordo molto vagamente.

Ricordo invece che la coppia di compagni che ci ospitava aveva almeno due figli; giocavo con loro tutto il giorno, erano dei piccoli selvaggi. Anche se era pieno inverno, stavamo all’aria aperta dalla mattina alla sera. La sera, spesso, si cenava tutti insieme. Era in quei momenti che mio padre dava il meglio di sé: con il suo umorismo, la sua gestualità, la sua mimica, provocava mia madre che, ogni volta, si teneva il pancione dalle risate, rischiando di accelerare il parto. Per raggiungere il bagno si doveva scendere una scala molto ripida che partiva dal piano rialzato e poi, fatto l’ultimo gradino, bisognava svoltare subito a destra. Verso la fine della serata, Pierino aveva la vescica sempre più debole, e sempre più flebile era anche la sua padronanza dell’equilibrio. Prendeva velocità nel scendere le scale, incredibilmente riusciva a mantenersi in piedi fino all’ultimo gradino ma non riusciva quasi mai a svoltare a destra per entrare in bagno: la sua corsa terminava immancabilmente contro il muro. Non so se lo facesse apposta per farci divertire; di fatto, molti anni dopo, mia madre raccontandoci di quelle serate ancora non riusciva a trattenere le risate. In quel clima, in quell’atmosfera, stava per nascere mio fratello Ernesto.

La notte in cui nacque Ernesto la ricordo ancora oggi. È una delle prime, nitide immagini della mia vita. Mia madre ebbe le prime contrazioni la sera del 17 dicembre 1974. Pierino si mise d’accordo con i compagni che ci ospitavano perché venissero a prendermi nel caso lui avesse dovuto correre in ospedale. Così avvenne: durante la notte, mio padre mi svegliò e mi disse di non preoccuparmi; doveva portarmi a casa dei vicini: «Ernestino sta per nascere». Mi prese in braccio e mi lasciò in un nuovo letto. Non dissi niente, ma ero triste e preoccupato. Mi



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